COME UN'ESPERIENZA PUO' DETERMINARE LA NOSTRA INTERA ESISTENZA

Gordon Sumner, meglio conosciuto come Sting, oggi considerato uno dei più grandi compositori e cantanti degli ultimi 40 anni, figlio di un lattaio e di una parrucchiera, nasce e cresce in un cantiere navale, in una piccola cittadina della costa est dell’Inghilterra.

Ogni giorno vede degli uomini scendere giù per la collina fino al cantiere navale. La sera li vede ancora mentre tornano a casa e così, giorno dopo giorno, secondo una routine che già allora gli sembra non corrispondere affatto ai suoi desideri di bambino.

È così che nasce in lui il desiderio di emergere dall’ombra delle gigantesche navi che si stagliano davanti alla sua via.

 

IL VARO DELLA NAVE E LA SCELTA DI COSTRUIRE UNA VITA

Fu in occasione del varo di una nave che Sting, ancora bambino,  vede per la prima volta la regina, con tutto il suo seguito, mentre si sposta sulla sua Rolls Royce. In quell’occasione ha la sensazione che la regina, mentre lui sta agitando la sua bandierina, lo veda e lo saluti. Un attimo fugace. Uno sguardo momentaneo.

Quell’esperienza, se pur brevissima, ha su di lui una presa così potente e duratura da determinare le scelte che lo porteranno a diventare uno dei più grandi artisti della nostra epoca.

Ogni volta che racconta la sua vita dichiara queste parole:

Sua Maestà mi ha contagiato.
Mi ha contagiato con un’idea.
Mi sono detto:
Non appartengo a questa strada.
Non voglio vivere in quella casa.
Non voglio finire in quel cantiere navale.
Voglio essere in quella macchina!
Voglio una vita migliore,
una vita che vada oltre questa città,
una vita fuori dall’ordinario.

Da quel momento non smette di sognare, di lavorare e di impegnarsi pur di raggiungere ciò che si è prefissato. Sa approfittare di ogni singola occasione che la vita gli offre per orientare il suo destino.

La sua passione, unita alla determinazione, alla pazienza e alla perseveranza, lo portano a materializzare quell’idea da cui era stato contagiato vedendo la regina.

“Volare oltre gli orizzonti predestinati” potrebbe essere una metafora per definire il contenuto di questo articolo: elevarsi al di sopra delle navi, sopra gli orizzonti che definivano il mondo di Sting, e di percorrere nuovi territori, di scoprire la vita oltre la sua cittadina.

Spesso e volentieri anche la nostra vita si sviluppa tra orizzonti autoimposti o accettati per scelta o necessità. Ognuno vive una vita diversa da quella degli altri e non esistono metri per giudicare i confini entro cui la mente di ognuno di noi si muove. Tuttavia, la vita di uomini e donne che sono riusciti a raggiungere dei traguardi quasi impensabili ci invitano a riflettere, a porci delle domande, a darci obiettivi più sfidanti e, scrollandoci di dosso i luoghi comuni, a dare forse una nuova direzione alla nostra vita.

 

IL RITORNO ALLE ORIGINI E UN NUOVO SLANCIO

C’è un momento buio nella vita artistica di Sting, in cui sente di non riuscire più a scrivere. Le idee sono confuse e quel poco che scrive non trasmette l’animo dell’autore, è “muto”, privo di significato.

Ecco che allora decide di tornare lì, dove tutto è iniziato. Il luogo dove è stato contagiato e che, fino a quel momento, aveva sempre rifiutato di accettare. Ripercorrendo la sua strada, visitando gli angoli che aveva frequentato da bambino, i lavoratori del cantiere navale, persone, profumi e paesaggi, ritrova la sua ispirazione:

“Trovo ironico che quel paesaggio e quella comunità che ho abbandonato e dalla quale mi sono esiliato debba essere proprio il paesaggio, la comunità alla quale tornare, per ritrovare la mia musa perduta.

E appena ho fatto ritorno, appena ho deciso di onorare la comunità da cui venivo e la sua storia, le canzoni hanno iniziato ad arrivare.”

Può succedere di puntare in alto e di dimenticarsi da dove si è partiti, eppure noi siamo il prodotto delle nostre esperienze. Queste esperienze iniziano a sedimentarsi sin dalla nostra nascita e definiscono una buona parte di ciò che diventeremo dopo.

Tornare alle origini, alla “base”, può anche essere un modo per ritrovare uno slancio, nuove motivazioni, la consapevolezza di chi eravamo, di chi siamo e chi vorremmo essere.

La verità è che capitano momenti in cui ci sentiamo stanchi, demotivati, frustrati, momenti in cui tiriamo le somme e il risultato che ne deriva non ci piace o non corrisponde a quello che ci eravamo immaginati. In quei momenti ci sembra di non avere prospettive, di essere imprigionati in una vita che non ci assomiglia più ma di non avere le energie sufficienti per reagire. E cosa facciamo? Cerchiamo affannosamente un gancio che cali dall’alto e ci sposti da lì…ma non è fuori che dobbiamo cercare, bensì dentro di noi.

Dentro di noi risiede il nostro perché, la nostra forza.

Quelle sensazioni di smarrimento, ansia e, a volte, addirittura angoscia, sono un segnale che dice: fermati. Ti stai perdendo. Ritrova te stesso. Quel momento difficile, se non lo ignori, se non cerchi di soffocarlo attraverso false forme di compensazione, può trasformarsi in un’occasione di rinascita.

Io ti auguro di cuore di trovare questi momenti di smarrimento, in modo che tu possa ritrovare la tua rinascita.

Perché ogni giorno è un po’ come la nostra vita in miniatura.

 

Giovanni Porreca

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